Si segnala l’ordinanza del Tribunale di Firenze – Sezione specializzata in materia d’impresa, emessa nell’ambito di un procedimento cautelare per descrizione attivato dal nostro Studio. La decisione riveste particolare importanza, riconoscendo meritevoli di tutela il know-how della società ricorrente nonché l’insieme delle conoscenze trasmesse ai propri affiliati, agenti e collaboratori.

 

L’ordinanza ha accertato, sia pure ancora in via cautelare, la violazione da parte dei convenuti di un patto di non concorrenza e di riservatezza contenuti nel contratto di affiliazione sottoscritto: dall’istruttoria è emerso che l’ex affiliato aveva creato un’attività commerciale identica a quella della ricorrente, nel medesimo territorio, realizzando così un’attività concorrenziale di storno di clienti, di franchisee ed agenti assieme ad una società terza, la quale anch’essa ha posto in essere una serie di comportamenti contrari alla correttezza tra imprese.

 

 

Il Tribunale ha così inibito ai convenuti di svolgere qualunque attività in concorrenza nonché di pubblicizzare prodotti, servizi e attività con quella di Capelli For You Srl, ordinato il ritiro dal commercio di tutto il materiale utilizzato, ordinato il sequestro del materiale rinvenuto recante il marchio della ricorrente disponendo, infine, la pubblicazione dell’ordinanza su il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore con spese a carico solidale dell’ex affiliato ed alla società terza. Qui di seguito l’estratto pubblicato sul Sole 24 Ore in data odierna.

Se necessitate una consulenza in tema di tutela del know-how, riservatezza dei contenuti e patti di non concorrenza, potete contattare il nostro studio legale.

 

Confermata dal Consiglio di stato la multa da 900mila euro nei confronti di Apple, condannata per la garanzia di soli 12 mesi anzichè di 24 offerta ai suoi clienti. Nel 2011, l’Antitrust Italiana (AGCM) aveva avviato un procedimento per verificare l’inottemperanza nei confronti di un gruppo di tre società controllate da Apple, al termine del quale aveva irrogato sanzioni per un totale di circa 900mila euro per il mancato adeguamento alla normativa italiana in materia di garanzie previste dal Codice del Consumo. Già alla fine del 2011 i rivenditori come Apple Sales International erano stati obbligati dall’Antitrust a modificare entro tre mesi le condizioni di vendita dei servizi AppleCare Protection Plan, “inserendo l’indicazione sulla esistenza e durata biennale della garanzia di conformità”; tuttavia solo successivamente Apple aveva adottato le modifiche opportune a riconoscere i diritti dei consumatori: il problema è legato al fatto che Apple non avrebbe adeguatamente informato i consumatori circa i loro diritti di assistenza gratuita biennale (24 mesi) sui prodotti venduti, limitandosi a riconoscere la sola garanzia commerciale di 1 anno ed inducendo il consumatore ad attivare peraltro un rapporto contrattuale nuovo a titolo oneroso, l’AppleCare Protection Plan, il cui contenuto risulta in parte sovrapposto ai diritti già previsti dagli articoli 132 e 133 del Codice del consumo, che non prevede addebito di costi o limitazioni. Per le stesse ragioni, Apple si è trovata nei guai anche in altri paesi europei, come per esempio in Belgio, e contro le Istituzioni Europee che avevano invitato i Garanti degli stati membri che ancora non si erano mossi ad adottare pratiche più severe contro le garanzie parziali.